martedì 29 novembre 2011

Truman Capote: a sangue freddo

A History of Violence!
Finito il primo tempo durante l' intervallo ho desiderato che lo riproiettassero da capo tanto era bello e perfetto in ogni aspetto, ma alla fine del film ero semplicemente congelato sulla poltrona tanto è agghiacciance questo film. La sensazione continua a protarsi. Il finale non ti lascia via di scampo, tutto procede irrimediabilmente, lentamente, bloccando ogni istante come aria gelida. Ferma. Philip Seymour Hoffman non si smentisce mai, è veramente un talento eccezionale in continuo miglioramento, questa parte da protagonista è quello che ci voleva per rendere al massimo le sue possibilità. Peccato perdersi la sua interpretazione del particolare falsetto di Truman Capote, che comunque mi sembra riproposto in maniera efficace dal doppiatore italiano l' attore Roberto Chevalier. Meno male. La ricostruzione del personaggio è talmente attena e ben riuscita da aver recuperato in ogni sua sfumatura l' incredibile senso dell' umor di Capote, che esibisce durante le serate mondane, tempestate da personaggi famosi da Tennessee Williams a Richard Avedon, giustamente appena accennate nel film, per evitare un caledoscopio da vertigine. Qua lo stile del film è contrassegnato da una fotografia asciutta, accuminata, e come una lama seziona la scena riproponendo parti del reale così come sono, messe lì a uso e consumo dello spettatore. Come nell' inquadratura dei vasetti di omogenizzati.( quasi pop art mi verrabbe da dire, ma forse meglio non dirlo). Poi man mano che si arriva alla fine, esattamente durante la confessione del massacro, i primi piani su Hoffman e Clifton Collins Jr./Perry Smith si restringono, diventano claustrofobici, e solo alcune porzioni del viso rimangono a fuoco, enfatizzando questa sensazione. Il film si conclude sull' affermazione sconvolta di Capote che sa di essere rimasto intrappolato nell' atavica attrazione e repulsione verso l' efferatezza, l' assurda violenza, a cui tutti sono sottilmente legati, perchè "nati nella medesima casa", e che forse non ne fanno parte solo per caso.

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